ORE 7,30: SANTU LUSSURGIU, PARTENZA DA PIAZZA S’ELIGHEDDU

Considerata l’impraticabilità da nord dell’antico percorso per Nuraghe Piricu, il tratto iniziale dell’escursione sarà percorso con la propria autovettura sino alla Sorgente di Santu Miale (quadrivio di Banzos – ex scuola agraria - a destra).
L’escursione consentirà di effettuare una prima ricognizione al nuraghe quadrilobato denominato Piricu che sorge al confine dei territori di Santu Lussurgiu , Paulilatino e Bonarcado ed è delimitato dal Rio Tzispiri (est) e dal Rio Baracontu (ovest). 
Il nuraghe Piricu è uno dei monumenti meglio conservati presenti nel territorio di Santu Lussurgiu. Per gli appassionati di archeologia si tratterà quindi di un’escursione particolarmente interessante anche perché nelle sue immediate vicinanze sono visibili i resti di un vasto insediamento preistorico con fasi di riutilizzo in età storica. 
Tenuto conto dello stato di abbandono dei luoghi, e della necessità di individuare gli antichi sentieri, la durata dell’escursione sarà di circa otto ore (soste incluse). La ricognizione si prefigge di:

  • Individuare ed accertare le vie di accesso al Nuraghe Piricu e all’insediamento circostante;
    • Individuare e segnalare (da sud) il sentiero principale, che costeggiando i siti di Chentianu, Matta Ittiri, S’Adde ‘e s’Inferru, Mura Lavros, (ecc.) conduceva al centro abitato moderno di Santu Lussurgiu; 
    • Acquisire documentazione fotografica e le informazioni sul campo relative alla zona per la loro successiva rielaborazione.

RESOCONTO DELL'ESCURSIONE

 

Missione Piricu compiuta!

Il grande nuraghe di Santu Lussurgiu è ancora lì: un po’ malridotto per i secoli trascorsi e per l’incuria degli uomini, ma è ancora lì, pronto a stupirci ancora.
L'antica carrareccia delle genti nuragiche è ancora ben delimitata, perfetta per semplicità e logico sviluppo della rete di sentieri che attraversa il grande insediamento preistorico del versante orientale del Montiferru. Per lunghi tratti sono impercorribili: la fitta vegetazione li nasconde gelosamente alle mappe satellitari di Google e impedisce di procedere con frustranti dietrofont verso percorsi alternativi di aperta campagna.

La meta prefissata ora è Nuraghe Campu Scudu a sud di Piricu e i resti dell’omonima tomba di giganti. 
Dalle mappe satellitari non si riesce a individuarlo, sopraffatto e devastato com’è da poderosi esemplari di bagolaro (Celtis australis L.), chiamato anche molto giustamente Spaccasassi  o Surzaga nella lingua locale. La presenza di tali alberi nella zona è caratteristica e persistente, tant’è che nelle vicinanze esiste una vasta area denominata col toponimo di Mura Surzaga che definisce il nome anche all’omonimo nuraghe che sorge poco distante dagli altri. Penetriamo al suo interno da un buco presente sulla parte sommitale perché l’ingresso, rivolto a sud-ovest, è completamente ostruito dai rovi e tutt’intorno solo sterpaglie e macerie.

Il sole impietoso di mezzogiorno e anche un po’ di appetito ci fanno desistere. 
Risaliamo in macchina speranzosi  per le sorti del nostro vasto e prezioso patrimonio archeologico   che l’Archeoclub di Santu Lussurgiu e della Sardegna intende ad ogni costo tutelare e valorizzare. Siamo determinati a farlo.

In cerca di refrigerio, ci dirigiamo verso nord a quote più alte. Funtana Longa è la nostra meta finale, appena sopra la borgata di San Leonardo di Siete Fuentes.
Il bosco e la sorgente sono un vero paradiso… in  terra di Sardegna  naturalmente!

Nuraghe Piricu - Santu Lussurgiu*

Nuraghe Piricu
Località: Regione Baracontu o Piricu;
Catasto: F85/ADC;
Quota: m. 306;

Posizione: Posto su un altopiano basaltico degradante a sud, il nuraghe è deli­mitato da due torrenti: ad est dal Rio Tzispiri e ad ovest dal Rio Baracontu (o Enacontu) che scorrono in un terreno attualmente adibito al pascolo.

Struttura: Si tratta di un monumento complesso formato da una torre cen­trale e da resti, alcuni non molto evidenti, di ben quattro torri aggregate.

Torre centrale e principale (mastio)

È l’unica che si conserva discretamente. Essa è formata da un paramento esterno1 di venti filari per un’altezza di m. 12. A meridione si apre l’ingresso, con sezione trapezoidale architravata, che porta direttamente al corridoio lungo m. 4.35.
Questo immette nella cella a pian terreno con volta arcuata a sesto acuto alta m. 3,45. Le pareti e la volta di tale camera circolare sono formate da quattordici filari aggettanti a tholos e alti nell’insieme m. 6.
La cella è dotata, a livello terra, di tre nicchie aventi tutte le medesime caratteristiche: cm. 65 di base, cm. 20 di altezza, cm. 175 di profondità, volta ogivale, comunicazione con l’esterno e massi sbozzati.
A destra, dal corridoio parte una scala ricavata nello spessore murario attualmente a scarpata, ma in origine a gradini, che, percorrendo una semicirconferenza, porta al primo piano.
Tramite un’apertura a volta, si accede alla cella circolare superiore, svettata, dal diametro di m. 3,50 e dalle pareti a undici filari. Essa, a livello di pavimento, ospita due nicchie (a nord-est e a sud-ovest) e un finestrone architravato che, preceduto da una volta ogivale lunga 3,35 m., larga da m. 1,25 a m. 0,85 e alta m. 2, si affaccia all’esterno. Il diametro della superficie di svenamento della camera superiore è di m. 8,90.

Prima torretta marginale rivolta a sud
Residua il muro perimetrale per circa m. 2,75 di altezza con sei filari. Completamente svettata e ripiena. Il suo diametro sul piano di crollo è di m. 7,80.

Seconda torre marginale rivolta ad ovest
Residua la sua semicirconferenza di base lunga m. 4,90 con quattro filari di paramento.
Essa è collegata al mastio con una cortina lunga m. 2,50.

Terza torre marginale rivolta a nord
Pressoché irrilevabile in quanto residuano unicamente le tracce della sua base circolare.

 

 

Quarta torre marginale rivolta ad est

Residuano due filari di base circolare interrotti, il cui diametro è di metri m. 8,25. Si notano tracce della cortina che la raccordava al mastio.

Cortile di disimpegno collegato a tre delle quattro torri, di difficile individuazione.

I filari residui di tale cortile sono due, ad andamento arcuato. Essi si interrompono, quasi a mò d’ingresso, proprio di rimpetto al mastio.

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* Testo di Francesco Antonio Salis, S'antighitade in logos nostros, In: Santu Lussurgiu. Dalle origini..., Op. cit. pp.74,75

1 È bene notare che i massi componenti il paramento esterno della torre centrale mostrano dif­ferenti tecniche di lavorazione: infatti i massi dei primi otto filari appaiono appena sbozzati e invece quelli dei filari dal nono in su risultano di dimensione ridotta ma di più accurata rifinitura.

http://www.laboccadelvulcano.it/it/nuraghe-piricu.html