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Abitato fin dall’epoca fenicia, il borgo sorge lungo la Statale 131 a pochi chilometri dalle incontaminate spiagge del Sinis. Si adagia nella bassa valle del Tirso nel Campidano di Oristano, dove è intensa la coltivazione della vernaccia che contraddistingue il paese. La coltura della Vernaccia risale sicuramente all’undicesimo secolo, oggi viene conservata e affinata in botti di castagno scolme per raggiungere eccellenti standard di qualità. Ogni anno, il primo weekend di agosto si festeggia con la Sagra della Vernaccia, partecipata da tanti appassionati degustatori provenienti da tutta la Sardegna. Tra le attività artigianali, legate alla produzione della vernaccia, si evidenziano la produzione di botti in legno e la tessitura. Tra i monumenti d’interesse la parrocchiale settecentesca di San Salvatore, con facciata spartita da paraste in pietra e sovrastata da timpano e campanile di modello oristanese con cupolina a cipolla.
Descrizione tecnica del mulino
L'elemento principale è costituito da due mole di materiale basaltico: la mola sottana (su coro 'e mola) particolare 1, di forma troncoconica, è fissata al pavimento al di sopra della quale, di uguale forma, troviamo la mola soprana (sa tunica) particolare 2, che ruotando, esercita con la sottostante un attrito tale da permettere la frantumazione del cereale.
Le due mole (su cuncordu 'e molinu), sono inserite all'interno di una cornice quadrata formata da quattro tavole (su tauladu) particolare 1 1, che ha la funzione di contenere la farina prodotta. Entrambe le macine presentano al centro un foro, quello della mola soprana permette l'ingresso del cereale per la molitura; mentro quello della mola sottana permette il passaggio dell'estremità superiore dell'albero in ferro (SU ACCHEDDU) particolare 3, sulla quale è fissato un elemento convesso, sempre in ferro (SA LOTURA) particolare 4, che si incastra con le sue alette nella parete del foro della mola soprana alla quale trasmette il movimento rotatorio.
"Su accheddu", attraversando perpendicolarmente la mola sottana e il pavimento sulla quale è fissata, giunge nel vano sottostante (SA CAUDA) dove si innesta, formando un "giunto rigido", all'albero in legno (SU BUSSU) particolare 5. Su di essa è montata, in posizione orizzontale una elementare turbina idraulica (SA RODA 'E MULINU) particolare 6, nella quale la forza motrice è dovuta dalla spinta dell'acqua contro le palette (SAS TIRUDDAS) particolare 7. Queste ultime, costituite da segmenti di tavola in legno di rovere, presentano ciascuna un incavo rettangolare aperto in direzione del salto dell'acqua. "Sas Tiruddas", montate sul mozzo, formano una ruota a raggi. Al centro dell'estremità inferiore de "su bussu" sottostante la turbina idraulica, è montato un perno in ferro (SU PUNTU) particolare 9, che poggia su di un incavo ricavato su una piastra in ferro 
rettangolare (SA RANA) particolare 8, fissata al centro di un listello (SU PONTE 'E MOLA) particolare 10, il quale a sua volta, è sistemato sul pavimento de "sa cauda" in un adeguato solco.
L'altro elemento costitutivo del molino è la tramoggia (SU MAIOLU) particolare 13, contenitore in legno di castagno
o di abete, di forma tronco piramidale capovolta rinforzata orizzontalmente ai lati da listelli in legno lungo il perimetro delle due basi. Due lati della base maggiore sono prolungati in modo da formare degli agganci per i fili in ferro che assicurati alle travi del soffitto tengono sospesa la tramoggia sopra le mole.
Sotto la tramoggia è appesa con degli spaghi una cassetti- na (SA CATZOLA) particolare 14, aperta in direzione del foro della mola soprana e collegata anteriormente con uno spago ad un registro (SU TEMPERAIOLU) particolare 15. Quest'ultimo è costituito da un disco di legno, fissato sul frontale della tramoggia, e nel cui centro passa uno spago. Il capo inferiore dello spago è legato a "sa catzola" e quello superiore ad un'astina di legno che, montata in senso orario o antiorario, sul disco de "su temperaiolu" modifica l'inclinazione de "sa catzola" e di conseguenza la quantità del cereale in uscita. Una volta stabilita la giusta quantità del cereale, si fissa Pastina con un perno in uno dei fori de "su temperaiolu". Un altro dispositivo che agisce su "sa catzola" è un segmento in legno (SU CANE) particolare 16, agganciato a un tondino di ferro, che sporge da un lato de "sa catzola".
L'estremità inferiore de "su cane" sfiora la mola soprana; durante la rotazione la superficie ruvida della mola fa vibrare il segmento che così trasmette il tremolìo a "sa catzola", 
sollecitando la discesa del cereale.
Particolare attenzione merita il dispositivo manuale (SA RUGHE 'E ALZIARE) particolare 17, che permette al mugnaio di ampliare lo spazio fra le due mole al fine di consentire la macinazione del granturco.
Questo dispositivo consiste in un asta di ferro filettata in cima che passando attraverso il pavimento si collega, in "sa cauda" sottostante a "su ponte 'e mola". Agendo sulla filettatura dell'asta per mezzo di un registro a farfalla, il mugnaio imprime a "su ponte 'e mola" una trazione verso l'alto che si trasmette attraverso il giunto rigido alla mola soprana sollevandola anche se in misura minima.
Sistema d'allarme e sistemi di bloccaggio del mulino
Il sistema d'allarme consta di una campanella (SONAZA) sospesa al lato della tramoggia e collegata tramite uno spago ad un pezzo di sughero immerso nel grano in prossimità dell'apertura inferiore della stessa.
Avvicinandosi la fine della macinazione e quindi lo svuotamento della tramoggia, il sughero, non essendo più gravato dal peso del grano ormai quasi tutto fuoriuscito, non può più controbilanciare il peso della campanella. La quale, privata del sostegno del sughero, cade sulla mola soprana ruotante producendo lo scampanellio di allarme.
Il sistema di bloccaggio automatico risponde al medesimo principio; al posto della campanella c'è un asse in legno che cade sulla turbina deviandone il getto dell'acqua ed interrompendo così il moto rotatorio.
Con il bloccaggio manuale, invece, l'acqua viene dirottata in uscita da "SU LACCU" particolare 18, verso l'esterno, per mezzo di una tavola collegata ad una pertica che attraversa il pavimento e raggiunge la stanza delle macine da dove il mugnaio l'azionava.____________________
* In: COMUNE DI SANTU LUSSURGIU, Il Mulino e la Gualchiera. I mezzi tecnicie le attività operative del passato., Ediz. Scuola Sarda, Cagliari 1995
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Trekking & Vacanze
Per delimitare e far conoscere questa straordinaria parte di Sardegna, abbiamo tracciato un cerchio ideale, fissando il compasso a Santu Lussurgiu e, calcolando un raggio di circa 50 km, abbiamo circoscritto le regioni storiche confinanti del Barigadu e del Guilcier ad Oriente, quelle del Marghine e della Planargia a settentrione, per scendere lungo la costa occidentale e abbracciare il Montiferru, la penisola del Sinis e dell’alto Campidano che chiudono a sud il cerchio straordinario tracciato.
ArcheoSardegna
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CELEBRAZIONI SISTINE IN SARDEGNA OMAGGIO A SISTO V
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Si trattava di una piaga antica ereditata in toto dai suoi predecessori e la sua urgente drammaticità spinse il nuovo Pontefice ad intervenire. Lo fece con la consueta determinazione, prudenza, ampiezza di mezzi finanziari e lungimiranza per risolvere alla radice il problema.
